Un portale archivoltato, in conci di pietra squadrata, conduce all’abitazione del falegname Francesco Zuddas, un tempo “Maistu de Carrus”, letteralmente maestro di carri. L’edificio, costruito nel 1922 con l’utilizzo di una pietra di colore giallo paglierino, si sviluppa su due piani e ingloba la bottega.
L’attività del falegname rivestì un ruolo molto importante per il paese, in quanto si sviluppò quando le giornate del borgo rurale di Simala erano scandite dai ritmi della società contadina e il possesso di un giogo o di un carro era una fonte di reddito sicuro, specie per le famiglie più umili.
Il possesso di un carro consentiva di soddisfare tutte le necessità: durante i lavori agricoli, per il trasporto di derrate alimentari e addirittura per i ricoveri ospedalieri nel capoluogo.
Nel 1821, si contavano a Simala ben 58 gioghi da lavoro, ma non tutti gli agricoltori ne possedevano uno.
Per la realizzazione di un carro si utilizzava legname ben stagionato di castagno, di olmo o di leccio. Ogni tronco doveva misurare oltre 5 metri di lunghezza per poter essere tagliato e aperto a metà, così da formare uno spazio che poi veniva ricoperto con i tavoloni sui quali poggiavano le fiancate laterali del carro.
Le ruote, anch’esse realizzate con un legno molto duro, un tempo erano piene, ma a causa di un provvedimento legislativo del regno sardo furono sostituite da quelle a raggiera, senza le quali era fatto divieto ai proprietari dei carri di accedere alle città di Cagliari e Sassari.